Con un recente intervento la Cassazione, in tema di responsabilità civile da trattamento sanitario, ha stabilito che non è ipotizzabile il delitto di lesioni
volontarie gravi o gravissime nei confronti del medico che sottoponga il
paziente ad un intervento da questo non consentito (anche se abbia
esito infausto e anche se l’intervento venga effettuato in violazione
delle regole dell’arte medica), se comunque nella sua
condotta professionale sia rinvenibile una finalità terapeutica o comunque la terapia
sia inquadrabile nella categoria degli atti medici. In questi casi,
infatti, la condotta non è diretta a ledere e, se l’agente cagiona
lesioni al paziente, è al più ipotizzabile il delitto di lesioni colpose
se l’evento è da ricondurre alla violazione di una regola cautelare (Cass., sez. III Civile, n. 15239/14).
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