L’intervento della
Suprema Corte trae origine dal ricorso di un odontoiatra avverso un provvedimento
disciplinare del Consiglio dell’Ordine di appartenenza avente ad oggetto la
sospensione dall’esercizio della professione.
Secondo la Cassazione
il professionista è responsabile per omissione di cautele in quanto non ha
posto in essere tutti gli accorgimenti necessari affinchè i collaboratori
sprovvisti delle necessarie qualifiche non operassero sui pazienti (Cassazione civile ,
sez. II, sentenza 03.03.2014 n° 4928).